e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)
e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)

RICORDO DI SAVERIO BELLOMO

Martedì 10 aprile è mancato improvvisamente Saverio Bellomo, professore ordinario di Filologia italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia, studioso insigne e maestro degli studi danteschi.

A Dante Saverio Bellomo aveva dedicato tutta la sua carriera di studioso, consapevole che un autore così importante e complesso esigesse una dedizione totale ed esclusiva per poter essere studiato in profondità, tenendo presenti tutti gli aspetti filologici, storici, culturali e letterari necessari per poterne dare un’interpretazione efficace.

Così Saverio Bellomo ha dapprima esplorato soprattutto la ricezione di Dante nei primi secoli, offrendo in particolare l’edizione critica dei commenti di Iacopo Alighieri, di Guglielmo Maramauro e di Filippo Villani, sino a divenire uno dei massimi esperti dell’esegesi dantesca del Tre e del Quattrocento e a mettere poi a disposizione di tutti le proprie conoscenze nel fondamentale Dizionario dei commentatori danteschi (2004).

La sua generosità verso i colleghi studiosi e verso gli studenti dei suoi corsi di Filologia italiana e di Filologia dantesca, tenuti presso le università di Trento, di Roma Tre e di Venezia, è testimoniata ancora dal magistrale “manuale” Filologia e critica dantesca (2012), in cui raccoglie tutti i dati e le indicazioni fondamentali per l’interpretazione filologica e critica delle opere di Dante.

Nel frattempo, aveva avviato il lavoro di lettura ed esegesi diretta della Commedia, offrendo numerosi e acuti saggi su singoli canti e su singoli problemi interpretativi. Dal 2010 è stato condirettore della rivista “L’Alighieri”, operando sempre con grande scrupolosità e insieme con equilibrio e apertura rispetto ai diversi approcci metodologici attivi nel campo internazionale degli studi danteschi.

Il lungo e continuo lavoro sull’interpretazione della Commedia lo ha portato a impegnarsi anche nella stesura di un commento, di cui purtroppo ha potuto concludere e vedere pubblicato solo il volume dedicato all’Inferno (2013), mentre quello sul Purgatorio era ormai a uno stadio molto avanzato di elaborazione: un commento reso straordinariamente efficace dalla sua precisione e sobrietà interpretativa, dalla completezza informativa, dalla chiarezza e cordialità del linguaggio: un commento serio e rigorosissimo e insieme godibile per il lettore.

L’interruzione improvvisa di questo lavoro così bello e generoso, a cui mancava ormai solo la parte paradisiaca, può forse rendere un’immagine di quanto sia dolorosa per la comunità degli studiosi di Dante e per tutti gli italianisti la perdita del maestro, del collega e dell’amico Saverio Bellomo.

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