e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)
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“In viaggio con Dante”, il film di Lamberto Lambertini

Articolato in cento episodi di circa dodici minuti l’uno, il film di Lamberto Lambertini In viaggio con Dante vede la luce dopo ben sette anni di lavoro. Il progetto cinematografico, che ripercorre integralmente il poema della Commedia, nasce dalla volontà di leggere Dante sulle immagini dell’Italia di oggi, dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole, nel tentativo di rappresentare un’Italia unita proprio dalla lingua del poeta fiorentino. In viaggio con Dante, patrocinato dalla Società Dante Alighieri, è fruibile da chiunque con lo scopo di rintracciare ancora, a quasi settecento anni dalla morte del poeta, la polimorfa identità italiana nei versi dell’autore della Commedia.

Paolo Peluffo, ideatore della pellicola insieme a Lamberto Lambertini, racconta: «se guardiamo a questi sette anni del nostro viaggio, eccole le tracce di una comunità così antica, ma ancora vivente, dalla bottega dello scultore Ciro Vignes, nei quartieri spagnoli di Napoli; al cimitero monumentale di Staglieno, dove riposa, tra gli altri che sognarono l’Italia grande e libera, Mazzini; ai pupi siciliani del maestro Nino Cuticchio; alla fusione ancestrale di una campana nella fornace dei Marinelli ad Agnone; e poi le valli di Comacchio con le anguille che non migrano più; fino al porto di Genova; ai soffioni di Radicondoli; e le tombe etrusche di Sarteano, e il mistero di bottini a Siena ovvero il filtraggio sotterraneo delle acque in epoca preromana; il taglio del bosco nel parco nazionale d’Abruzzo; le cave di Carrara dove operava Michelangelo; le salme disseccate dei cappuccini a Palermo; la fattura dei magnifici cappelli di Borsalino ad Alessandria, segni di un’antica dignità borghese diffusa nelle nostre città, di un benessere distrutto dalla finanziarizzazione del mondo di oggi».

Secondo le intenzioni del regista, le immagini del mondo moderno hanno il compito di attualizzare Dante «liberandolo dalle consuete muffe», mentre ai suoi versi spetta il dovere di nobilitare «la volgarità del presente». È così che in molti mesi di riprese sono state realizzate le tre cantiche, in luoghi diversi, di vita e di lavoro, uno per ogni canto. E in quest’ottica, se il mondo infernale con i suoi dannati ci appare nel mondo che conosciamo, anche Beatrice, nell’ultima cantica, appare nelle vesti di alunne straniere del corso di lingua italiana della Società Dante Alighieri.

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